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  • Immagine del redattoreMarcheseGloria

TENTATIVO, UN PO SBILENCO, DI FAR MAGGIORE CHIAREZZA RIGUARDO TE STESSA.

(Ovvero, non ho il dono della sintesi, e la bio personale mi stava molto stretta.)



Sono un inguaribile amante della natura, della bellezza, dell’arte e mi nutro di cose semplici e vere.

I migliori ricordi della mia infanzia e ciò che ritengo sia stato fondamentale per la mia crescita personale sono le passeggiate nei boschi con i miei nonni sugli Appennini dell’Abruzzo, i pomeriggi passati con la mia mamma per musei e mostre d’arte. La vita contadina che ha sempre caratterizzato la mia famiglia, il profumo di pane caldo appena sfornato dal forno a legna nella casa dove sono cresciuta. Il raccogliere pomodori maturi dall’orto con i miei cugini, affamati e sporchi, dopo aver passato il pomeriggio a saltare nel fienile o a giocare nelle pozzanghere.

Questo contesto di crescita mia ha plasmato e lasciato dentro di me segni indelebili che mi hanno reso la donna che sono oggi.

La mia carriera come Educatrice inizia otto anni fa, quando scopro di essere incinta della mia bambina.

Cercavo, senza successo, un ambiente didattico per lei, che fosse differente. Qualcosa dal sapore familiare, un luogo dove potesse manifestare i suoi talenti e ricevere un sostegno concreto nel momento in cui fosse stata interessata e incuriosita dalle cose del mondo; non un luogo di imposizione ma di scoperta, in cui bambini ed adulti imparano insieme e hanno la stessa importanza.

Cercando e ricercando, ho realizzato che avrei potuto sostenerla io nel fare i primi passi all‘ interno della sua vita. Un’idea, nella mia testa, stava nascendo, proprio nello stesso momento in cui la mia piccola stava venendo al mondo: avrei avviato un Nido Familiare dove Sofia potesse crescere con me.

Dopo cinque mesi dalla sua nascita, tutto era pronto per iniziare questa avventura; al mio fianco mia mamma, mia nonna e Sofia come fonte primaria di ispirazione. Eravamo tre generazioni di mamme che offrivano un sostegno ad altre mamme.

Dopo circa un anno, il nostro lavoro ha iniziato ad essere riconosciuto pienamente dalla comunità locale. Giorno dopo giorno il nostro progetto diventava più richiesto, avevamo a quel punto una lista d’attesa. Cosa inaspettata, impossibile descrivere la nostra gioia.

A quel punto, tutto procedeva tranquillamente. Eravamo soddisfatte ma qualcosa dentro di me mi diceva che potevamo fare di più, che ancora mancava un tassello.

Ricordo una mattina, ancora non conoscevo la realtà delle scuole nel bosco, ero seduta sull’erba del mio piccolo asilo mentre osservavo i bambini giocare, quando una nuova idea è guizzata dentro di me e ho realizzato di poter far convergere il mio lavoro con la mia passione: fare educazione in natura.

Da quel momento, la concezione del mio progetto è cambiata completamente ed è scaturita in me una fonte di nuova energia, che mi ha permesso di alzarmi da quel prato e continuare a camminare sul sentiero della mia vita. Con una nuova visione nella mente.

Ho trovato immediatamente la forza per iscrivermi alla facoltà di “Scienze dell’educazione e della formazione”, cosa che mi spaventava molto visti i mille impegni come mamma lavoratrice ed avevo sempre rimandato data la non obbligatorietà di avere un titolo del genere per poter esercitare nel “Nido Famiglia”. Parallelamente, ho sempre continuato a portare avanti la mia passione per l’escursionismo in montagna, per gli sport all’aria aperta, per la vita nei boschi, per la cultura rurale.

Nel frattempo, al nido tutto era cambiato. I bimbi erano fuori nel grande giardino tutto il giorno, pranzi sotto gli alberi, fango come fonte primaria di divertimento, piccoli intrusi nell’orto di mia nonna a raccogliere i frutti della terra. Insomma, l’impegno costante era quello di donare ai bambini il più stretto contatto possibile con la natura.

Di nuovo, le giornate scorrevano tranquille, eravamo orgogliose delle vittorie giornaliere che ci regalavano i bimbi ma… il mio solito desiderio di andare ancora avanti era tornato.

A quel punto, dopo tutto lo studio teorico, dopo tutti i corsi riguardanti l’outdoor education, la sicurezza in montagna, la sopravvivenza in natura, sentivo la necessità di toccare con mano differenti orizzonti. Di poter vivere in prima persona tutte quelle realtà che, già da anni, facevano scuole in natura nei boschi, tutte quelle realtà che scrutavo nei video online e che facevano brillare una luce nei miei occhi.

Ho iniziato a cercare strutture all’estero, nei paesi Scandinavi, in Germania, Austria, nel Regno Unito.

Un giorno, mi imbatto in una bellissima Forest & Beach School che opera utilizzando l’approccio di Reggio Emilia. Immersa nelle campagne del sud dell’Inghilterra, terra di fitti boschi, colline di colore verde brillante ed aguzze scogliere bianche. Mi innamoro all’istante. Mando il mio curriculum senza riflettere un secondo. Poteva essere un altro punto di svolta.

Cosi è stato.

Dopo una serie di colloqui, tra cui una video call su skype, che se ci ripenso arrossisco ancora dall’imbarazzo, sono stata scelta.

Sono quasi tre anni ormai, che io e la piccola Sofia viviamo vicino Brighton. Io ho continuato a formarmi e adesso sono Forest School Leader, porto bambini nel bosco ogni giorno e questa esperienza mi fa sentire una privilegiata.

Ogni mattina, quando entro in foresta, sento che il mio sogno si è realizzato.

Almeno per ora. Fino a quando, un nuovo vento di cambiamento, mi porterà via con sé.

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